Da opportunità di crescita ad obbligo normativo: il badge aziendale ormai non è più una scelta per le aziende ma è diventato un vincolo vero e proprio. Lo afferma una sentenza della Corte Europea risalente al 14 maggio 2019, la quale ha riconosciuto l’obbligo per gli Stati membri dell’Unione Europea di adottare una normativa interna che imponga alle imprese di utilizzare un sistema di rilevazione delle presenze «oggettivo, affidabile e accessibile», con l’obiettivo di ottenere un calcolo delle ore lavorative quanto più preciso possibile.

Una sentenza, quella del maggio scorso (che trovate integralmente qui), che non è stata casuale, ma nasce da una controversia nata in Spagna tra istituti di credito e sindacati proprio in tema di rilevazione delle presenze in ufficio dei dipendenti delle banche stesse. Un cambio di rotta epocale, che ha fatto trovare alcuni Paesi dell’UE parecchio impreparati in materia. Tra questi c’è anche l’Italia, che spesso non riesce a presentare un sistema pratico ed efficiente. Ma quali sono le cause? E perché invece bisognerebbe essere favorevoli al cambiamento?

Badge aziendale obbligatorio: perché l’Italia si è fatta trovare impreparata

L’inefficienza del sistema italiano è confermata da alcuni dati statistici risalenti al 2019. In questi si evidenzia che 6 aziende su 10 hanno difficoltà a stabilire quanti dipendenti sono attivi in un dato posto e momento; 4 aziende su 10 non utilizza nemmeno strumenti digitali per rilevare la presenza o meno del funzionario. Se poi ci riferiamo ai soli collaboratori esterni, il dato è di 7 aziende su 10.

Tante sono le cause da attribuire a questo fenomeno:

  • Sfruttamento della manodopera con orari più lunghi del previsto: una pratica ormai consolidata, in cui l’intento aziendale è proprio all’opposto delle normative vigenti. Una parziale (o in alcuni casi totale mancanza di) rilevazione delle ore lavorative che non permette ai dipendenti di godere di tutti i propri diritti. La sentenza dell’UE punta anche a risolvere questa spiacevole abitudine;
  • Dipendenti non istruiti all’utilizzo dei sistemi tecnologici di rilevazione delle presenze: talvolta infatti non si dà il giusto peso alla preparazione dei propri lavoratori al cambiamento dato dalla tecnologia. Un fenomeno diffuso che non permette di sfruttare al meglio i nuovi sistemi, che appaiono poco “user friendly” per i dipendenti;
  • Scarsa organizzazione aziendale: questa è diffusa soprattutto all’interno delle piccole e medie imprese. Vuoi per i pochi funzionari, vuoi per la struttura (sia gerarchica, sia intesa in senso fisico), talvolta il sistema sembra invalidato dalla convinzione che si tratti di un qualcosa di superfluo, non necessario a quei livelli;
  • Sistema difficilmente integrabile: basti pensare ai casi in cui un’azienda è fin troppo grande, ha più sedi fisiche e numerosi collaboratori esterni. In tali situazioni il sistema rischia di essere di difficile utilizzo proprio per la troppa complessiva organizzativa che dovrebbe regolare.

In alcuni casi da parte delle aziende, in altri da parte dei dipendenti, più in generale sembra esserci troppa diffidenza verso il badge aziendale. Eppure sono tanti i vantaggi che si potrebbero trarre da una pratica del genere.

Il badge aziendale obbligatorio è sinonimo di sicurezza, efficienza e legalità

Innanzitutto, utilizzare un badge aziendale permetterebbe di fare un controllo più accurato delle ore di lavoro. Questo è un aspetto potenzialmente vantaggioso sia per le aziende, che possono verificare il comportamento dei propri dipendenti, sia per i dipendenti stessi, che possono vedersi calcolare tutte le ore di lavoro straordinarie e ricevere una retribuzione più giusta. Ma non solo: sapendo la posizione dei propri funzionari in ogni dato momento, i datori di lavoro garantirebbero una maggiore sicurezza poiché non si farebbero trovare impreparati in situazioni di emergenza. Ed ancora, sarebbe un guadagno anche per il ramo dell’azienda che si occupa di stabilire ferie e retribuzioni. Calcoli a mano, fogli sparsi, documenti scritti: dimenticare tutto questo e sfruttare un software automatico risolverebbe tutti i problemi, permettendo di usufruire del tempo guadagnato in una maniera più costruttiva.

L’obiettivo, insomma, dovrebbe essere quello di andare in contro all’obbligo imposto dall’UE ed adottare un sistema di rilevazione delle presenze che permetta non solo di essere in regola con la normativa, ma che possa risultare utile per ottenere una serie di benefici.