Era l’aprile 2018 quando a Venezia venivano installati i tornelli, uno strumento che sarebbe servito a tenere sotto controllo gli accessi dei turisti, soprattutto nelle famose giornate da “bollino nero”, dove il rischio di sovraffollamento è sempre dietro l’angolo. Non a caso, sono entrati in funzione proprio in occasione del ponte del Primo Maggio di quello stesso anno (anche se il loro primo utilizzo risale al 28 aprile, qualche giorno prima). Due i varchi installati: uno ai piedi del ponte di Calatrava, l’altro nei pressi della stazione di Santa Lucia, vicino al ponte degli Scalzi.

Ai tempi l’iniziativa partì direttamente dal sindaco Luigi Brugnaro, il quale firmò l’ordinanza in data 24 aprile 2018 con grande entusiasmo. Brugnaro decise di sperimentare la presenza dei tornelli in città proprio al fine di garantire un “traffico” non troppo eccessivo in una delle città d’Italia che da sempre ha attirato più turisti. Un’iniziativa che, soprattutto alle prime battute, si portò dietro una serie di polemiche a cui il primo cittadino lagunare rispose prontamente con la convinzione di dover garantire maggiore sicurezza.

I cittadini non apprezzarono, eppure i tornelli non erano per loro…

L’installazione dei tornelli avvenne proprio sotto gli occhi dei veneziani e fu accompagnata, come anticipato, da parecchie proteste. La gente si aspettava di vedere delle normali transenne o poco più, ma si ritrovò davanti tutt’altro: una grossa struttura metallica messa in piedi dagli operai, alta più di un metro e caratterizzata da due varchi, la quale offriva un aspetto alquanto militaresco alla città veneta.

Come riportato da un altro articolo de Il Corriere del Veneto pubblicato in quei giorni, qualcuno tra i presenti aveva dichiarato: “Come a Belfast”. Ai normali cittadini si sono poi aggiunti anche i commercianti, soprattutto quelli le cui attività erano allocate in prossimità degli stessi tornelli, i quali si lamentavano di possibili perdite economiche causate da un afflusso più lento.

Lo stesso sindaco ha anche ribadito più volte in quei giorni che residenti e pendolari non sarebbero stati toccati in prima persona dalla nuova situazione. In caso di tornelli chiusi infatti, i suddetti avrebbero potuto accedere presentando la “Carta Venezia”, uno strumento già utilizzato abitudinariamente per la mobilità pubblica.

Come vengono gestiti i tornelli a Venezia?

I tornelli sono costantemente presidiati dagli agenti di polizia municipale, che hanno il compito di garantire il corretto afflusso dei turisti. Ogni volta che viene raggiunto un certo numero di presenze, arriva puntuale l’ordine in sala operativa di provvedere alla chiusura degli accessi stessi, in attesa di riaprirli dopo un corposo sfollamento. L’idea era quella di rendere lo spostamento dei turisti più facile e sicuro, condizionando i movimenti di questi sulla base dell’afflusso. Per fare un esempio, quando le zone dei due parcheggi di piazzale Roma e al Tronchetto sono piene, il ponte di Libertà viene momentaneamente chiuso, così da “costringere” lo spostamento della gente verso il centro.

Soprattutto agli inizi, i turisti non hanno visto di buon occhio la presenza dei tornelli. Le persone temevano, una volta entrate in determinate zone di Venezia, di non riuscire più a muoversi in libertà. Ma non solo: subito è nata la necessità di sapere effettivamente quali varchi fossero liberi e quali meno nel corso dei movimenti in città. Un’esigenza a cui ha risposto nuovamente la tecnologia.

Tramite i vari social media della cittadina veneziana infatti, insieme anche al sito web, la gente può rimanere costantemente aggiornata sull’afflusso dei singoli varchi, così da non trovarsi impreparata. Un aggiornamento in tempo reale utile a garantire un ulteriore passo avanti in termini di sicurezza e tranquillità.  

Tornelli a Venezia, le novità dal 2022: si va verso gli accessi a numero chiuso

Ora è ufficiale: dall’1 giugno 2022 a Venezia entreranno in funzione i tornelli per regolare l’accesso turistico, con relativo obbligo di prenotazione. È quanto annunciato dall’amministrazione comunale della città, che come detto, ha sempre avuto la volontà di provare a programmare i flussi turistici così da evitare sovraffollamenti ritenuti deleteri. Dopo anni di tentativi e sperimentazioni – frenati anche dall’arrivo imprevisto della pandemia da Covid-19 – l’iniziativa sarà realtà.

I tornelli saranno utilizzati per contare il numero di visitatori, che saranno impossibilitati ad accedere se non muniti di relativa prenotazione. La giunta del sindaco Luigi Brugnaro, al suo secondo mandato, aveva già lavorato in questa direzione ai tempi del contributo d’accesso. Provvedimento, quest’ultimo, risalente alla sua prima legislatura, in cui si era imposto di attuare questa misura del “numero chiuso” entro dicembre 2022, come poi effettivamente successo. I tornelli dovrebbero essere installati all’uscita della stazione ferroviaria di Santa Lucia, a piazzale Roma (zona d’accesso con pullman e auto) e agli approdi dei lancioni granturismo.

Tra app, costi ed esenzioni: come funzioneranno i tornelli a Venezia

Venendo all’atto pratico, non sarà più possibile recarsi a Venezia per una visita last-minute. Per entrare nella città lagunare bisognerà prenotare da un’apposita app e pagare, quindi, una tassa d’accesso. Al pagamento i visitatori riceveranno un QR code da utilizzare direttamente ai tornelli. Non mancherà il controllo da parte delle forze dell’ordine: sono previste multe fino a 300 euro per le persone che saranno trovate sprovviste di prenotazione o regolare pagamento. A dare man forte ci sarà come sempre la tecnologia, con circa 500 telecamere installate per tutto il centro lagunare. Queste, oltre ad avere una funzione di controllo dell’ordine pubblico, saranno di supporto ad una grossa torre centrale che verificherà in tempo reale – tramite la sincronizzazione del segnale con le celle telefoniche – il numero corretto di presenze.

Spuntano anche le prime valutazioni sui costi d’accesso, che varieranno sicuramente in base a giorno e periodo dell’anno. Il prezzo medio si dovrebbero aggirare intorno ai 6 euro, con “sconti” fino a 3 euro in bassa stagione ed aumenti fino a 10 euro per le occasioni speciali come il Carnevale. Numerose, ovviamente, anche le esenzioni: a residenti, lavoratori, studenti, pendolari e bambini sotto i 6 anni, si aggiungono possessori del Citypass, persone nate nel capoluogo e turisti con tassa di soggiorno a carico per hotel o B&B del posto. A pagare, in sostanza, saranno solo gli ospiti provenienti da fuori e che non versano al comune alcun tipo di contributo.

Tornelli in città, tra favorevoli e contrari: è polemica

La notizia non è passata di certo inosservata ed anzi, ha causato diverse polemiche. Tra i contrari all’iniziativa c’è l’Aepe (Associazione esercenti pubblici esercizi di Venezia), che si è espressa tramite la figura del suo direttore, Ernesto Pancin. “Alcune zone della città vanno sicuramente protette, come l’area Marciana – ha dichiarato – Ma ciò non toglie che siamo contrari a qualsiasi cavallo di Frisia che possa impedire l’accesso ai visitatori”. È dello stesso avviso anche Claudio Vernier, presidente dell’Associazione San Marco: “L’idea della prenotazione in certe giornate è la soluzione giusta” – ha spiegato – “Ma quella dei tornelli non è la formula più adatta”.

Altri invece sono d’accordo con la scelta del sindaco di voler far prenotare la visita, come Gianni De Checchi, direttore di Confartigianato Venezia, secondo cui “I grandi numeri non favoriscono le preziose produzioni artigianali, ma relegano la città a un recinto di gente”. Sulla questione è intervenuto, infine, Claudio Scarpa. “È essenziale limitare il turismo pendolare che conta in città il 70 per cento delle presenze, contribuendo al fatturato solo per un 30 per cento”, ha sottolineato il direttore dell’Associazione veneziana albergatori.