L’utilizzo del badge aziendale è diventato sempre più frequente nel corso degli anni in tema di rilevazione delle presenze. Questo strumento però, se da un lato ha reso più semplice il monitoraggio e calcolo delle prestazioni del lavoratore, dall’altro ha contributo anche ad aumentare i comportamenti illeciti da parte del dipendente stesso. Si pensi ai diversi casi di cronaca riguardanti il fenomeno dell’assenteismo, con il funzionario di turno che timbra e poi si allontana dal posto di lavoro o, addirittura, che si fa timbrare da un collega senza neanche presentarsi personalmente in ufficio.

Proprio per questo motivo il legislatore ha pensato di dare una stretta in tema di timbratura badge, sia all’entrata che all’uscita, per i dipendenti pubblici e privati. La mancata timbratura del badge può comportare sanzioni disciplinari. Queste sono regolamentate dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori e dai Contratti Collettivi di Lavoro.

Sanzioni per mancata timbratura del badge: quali sono e come contestarle

Le sanzioni disciplinari previste in materia sono diverse. Queste variano in base alla gravità e si possono sintetizzare così:

  • Richiamo verbale: si tratta della sanzione in assoluto più lieve. Consiste nell’invito, da parte del datore di lavoro, a correggere il proprio comportamento scorretto in tema di timbratura del badge in ritardo o mancata timbratura;
  • Richiamo scritto: è un richiamo medio, a metà tra la multa ed il richiamo verbale;
  • Multa: per un corrispettivo di massimo 4 ore di retribuzione oraria;
  • Sospensione: dal lavoro (e quindi dalla retribuzione) per un massimo di 10 giorni;
  • Trasferimento: seconda sanzione più pesante in assoluto. Può essere applicata solo se prevista dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.

Quale che sia la sanzione, per far sì che questa possa essere applicata, il datore di lavoro deve avviare una contestazione dei fatti su cui si fonda l’infrazione stessa. La contestazione, a sua volta, deve essere:

  • Tempestiva: rispetto al momento in cui si verifica il fatto;
  • Specifica: contenente cioè tutte le indicazioni per poter individuare il fatto sanzionabile;
  • Circostanziata: al tempo e al luogo in cui si sarebbe verificato il fatto stesso;
  • Immutabile: non deve riferirsi a circostanze diverse rispetto a quelle contestate;
  • Scritta: requisito essenziale per renderla giuridicamente esistente.

La contestazione può essere notificata all’interessato tramite lettera raccomandata A/R o con lettera raccomandata a mano. Il lavoratore può contestare la comunicazione di mancata timbratura del badge entro cinque giorni dal ricevimento della stessa, anche se non è tenuto a farlo obbligatoriamente. La non risposta però può apparire facilmente come una sorta di ammissione di colpa, come se il dipendente decidesse in qualche modo di accettare tacitamente i richiami sapendo di non essere nel giusto.

Cosa succede invece quando risponde? Contestare il richiamo per omessa timbratura del badge in uscita porta a due diverse strade. La prima consiste nel provvedimento disciplinare del datore di lavoro, che deve mettere per iscritto (entro 10 giorni) le proprie motivazioni, specificando perché il richiamo del dipendente non meriti accoglimento. La seconda consiste invece nell’accettazione, da parte del datore di lavoro, delle giustificazioni del dipendente. In questo secondo caso la questione si risolve tacitamente, non necessitando di altre comunicazioni per iscritto.

Badge timbratura, un caso limite: la timbratrice non funzionante

Come approfondito, una mancata timbratura del badge per dimenticanza, distrazione, furbizia o qualsiasi altro motivo, può essere causa di sanzioni disciplinari. È giusto, infatti, che il dipendente che attua una condotta poco professionale o addirittura lesiva nei confronti della sua azienda o dell’ufficio pubblico in cui lavora, venga punito. Non sempre però le omissioni nella rilevazione presenze da parte dei lavoratori avvengono di proposito.

Un caso limite in tema di obbligo di timbratura del badge è quello della timbratrice non regolarmente funzionante. Può succede infatti che il macchinario possa, in genere per via di un hardware obsoleto, non registrare il passaggio del badge e quindi non mettere per iscritto regolarmente giorno, orario e tutti i relativi dati. Cosa succede in casi come questi? Che l’omessa timbratura del badge da parte del lavoratore derivante da una condotta non intenzionale dello stesso (in questo caso, da un apparecchio mal funzionante) non può costituire illecito disciplinare, né tantomeno eventuale motivo di licenziamento.